Una valle che per secoli è stata zona di confine, e pertanto punto di passaggio obbligato per le comunicazioni tra Nord e Sud, tra area teutonica e mediterranea, tra impero e papato… un passato che ha lasciato le sue indelebili tracce nell’aspetto che il territorio ha assunto oggi. E’ questo il fascino della Piana Rotaliana: la presenza di un passato, non troppo lontano, che ha bisogno solo di essere riscoperto.
Come Goethe, che nel Settecento percorse questi territori, oggi si possono riconoscere le tracce storiche nella valle: il periodo feudale con castelli sotto dominio germanico (Königsberg), le fortificazioni medievali in insenature rocciose (San Gottardo), e la crescita culturale sotto il Principato Vescovile di Trento (Firmian).
Dal Mesolitico all’età del Bronzo
Le prime presenze umane nella Piana Rotaliana risalgono al Mesolitico, con ritrovamenti a Mezzocorona, inclusa la sepoltura della "nonna di Mezzocorona". Questa sepoltura femminile, datata al VII millennio a.C., presenta una struttura funeraria simile a quella di Vatte di Zambana, con un tumulo di pietre a copertura. Un calco dello scheletro è esposto a Palazzo della Vicinia.
L'Età del Rame e del Bronzo hanno lasciato numerose testimonianze nella Piana Rotaliana, grazie alla sua posizione strategica. I ritrovamenti, principalmente funerari, si concentrano nei siti di Dos de la Forca, Mezzocorona Borgonuovo e Nogarole di Mezzolombardo. Significativa anche la spada di bronzo nel torrente Noce, probabile offerta votiva. Il territorio rotaliano offre quindi una visione della vita delle comunità dell'Età del Rame, Bronzo e Ferro, spaziando dagli aspetti funerari e religiosi a quelli insediativi e produttivi.
Epoca romana e Via Claudia Augusta
In epoca romana, la Piana Rotaliana era attraversata dalla Via Claudia Augusta, una strada di cruciale importanza per l'impero, che collegava l'Adriatico alla Germania. Il suo percorso seguiva la sponda sinistra dell'Adige, e a Nave San Felice era possibile attraversare il fiume grazie a un traghetto, presidiato da una torre di guardia romana.
Il tracciato successivo verso Mezzocorona è meno definito, ma sono stati rinvenuti resti di una strada lastricata presso il sito del Giontech. La Via Claudia divenne fondamentale per il transito di merci, persone e idee, oltre che per le legioni. Nella Piana Rotaliana sono state scoperte numerose testimonianze archeologiche romane, in particolare nei siti del Giontech e di Drei Canè a Mezzocorona.
Il Medioevo
Durante il Medioevo, la Piana Rotaliana fu soggetta a varie dominazioni, dai Goti ai Longobardi, che stabilirono un ducato a Trento, e poi ai Franchi, le cui incursioni culminarono in una nel 577 nel "campo Rotaliani". Successivamente, nel 952, la regione trentina entrò a far parte della Baviera e del regno germanico, per poi passare, intorno all'anno Mille, sotto il Principato vescovile di Trento, che durò fino al 1803.
Nel tardo Duecento, l'occupazione di territori vescovili da parte di Mainardo II del Tirolo portò alla creazione delle giurisdizioni tirolesi di Mezzocorona e Königsberg-Montereale, mentre Mezzolombardo rimase legata a Trento. Questa divisione politica, destinata a durare secoli, generò differenze significative tra i due centri.
A livello religioso, la Rotaliana era divisa tra le pievi di Mezzocorona e Giovo, con chiese che avevano funzioni complete, a differenza delle cappelle locali. Nel tempo, si assistette a una graduale evoluzione verso le parrocchie attuali.
La colonizzazione germanica del Basso Medioevo è testimoniata dalla distribuzione a maso delle abitazioni a Faedo, Nave San Rocco, Pressano e Sorni, e dalla presenza di castelli come Castel San Gottardo e il Castello di Königsberg, che controllavano le vie di comunicazione nord-sud.
L'età moderna. Il Cinquecento e Seicento
Nel Cinquecento, la Piana Rotaliana vide lo sviluppo economico e culturale grazie a famiglie come i Firmian, gli Spaur e i Thun, e ospitò personalità come l'imperatore Massimiliano I. Nello stesso periodo, la "guerra rustica" coinvolse le classi popolari, specialmente a Mezzocorona e Mezzolombardo.
Dopo la Guerra dei Trent'anni, le congregazioni religiose, in particolare i frati francescani e gli agostiniani, favorirono la ripresa del territorio, con la ricostruzione della chiesa del monastero di San Michele all'Adige. Tra Seicento e Settecento, si assistette a uno sviluppo edilizio in vari paesi, con rinnovamento di edifici e decorazioni interne, come a palazzo Firmian, dove lavorò Paul Troger. Nel Settecento, le guerre napoleoniche portarono gli Schützen locali a difendere il territorio, con scontri a Lavis e Faedo. Alla fine del secolo, i rivolgimenti militari causarono frequenti cambi di dominazione e nel 1803 terminò il principato vescovile di Trento.
L’Ottocento e lo sviluppo commerciale
La rivolta del 1809 portò alla ribalta Andreas Hofer, il cui quartier generale fu situato a Mezzocorona e Mezzolombardo. Successivamente, nel 1815, la regione passò dal Principato di Trento all'Impero austriaco, mantenendovi la sua appartenenza fino al 1919. A metà Ottocento, importanti opere di ingegneria idraulica, come la deviazione del torrente Noce e la rettifica dell'Adige, trasformarono radicalmente il paesaggio della Piana Rotaliana. Parallelamente, l'aumento dei commerci fece di Mezzolombardo un importante centro commerciale, come dimostrano gli edifici del suo centro. L'economia della Piana Rotaliana prosperò grazie alla bachicoltura, con numerose filande sparse sul territorio, divenendo l'attività economica predominante. Quando questa coltura entrò in crisi, Don Giuseppe Grazioli riuscì a salvarla introducendo bachi sani in Trentino, preservando così l'economia locale. Tuttavia, l'espansione della viticoltura, insieme ad altri fattori, portò al declino dell'industria serica. Un impulso significativo per la viticoltura fu la fondazione, nel 1874, dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, guidato dall'agronomo Edmund Mach, che aveva l'obiettivo di migliorare l'agricoltura trentina. All'inizio del Novecento, il Teroldego divenne il vitigno distintivo della Piana Rotaliana. Infine, nel 1859, la costruzione della ferrovia del Brennero cambiò profondamente la vita della Piana Rotaliana, trasformandola da luogo di sosta a zona di transito.
Il Novecento
Nel corso del XIX e XX secolo, la Piana Rotaliana, come il resto del Trentino, ha visto un notevole sviluppo delle attività cooperative, con la nascita di casse rurali, famiglie cooperative e cantine. Si sono rafforzate le infrastrutture, con la costruzione della ferrovia a scartamento ridotto e della tramvia Trento-Malé.
La Prima Guerra Mondiale ha portato alla militarizzazione del territorio e all'internamento di sospetti irredentisti. L'invasione italiana del 1915 e l'annessione del 1920 hanno segnato un periodo di ricostruzione e ripresa, complicato dalla fillossera che aveva colpito le vigne.
Durante il fascismo, ci fu una riorganizzazione amministrativa dei comuni, con San Michele all'Adige che assorbì Grumo e Faedo, e Zambana che riunì Fai della Paganella e Nave San Rocco. Negli anni Trenta, furono realizzate importanti bonifiche a Nave San Rocco.
La Seconda Guerra Mondiale ha portato bombardamenti alle infrastrutture. Dopo la guerra, l'economia e il benessere della zona sono cresciuti costantemente, in particolare nei settori enologico e industriale.
Andrea Brugnara, I luoghi dell’arte e della storia nel Comune di Lavis, Lavis, 2008
Provincia Autonoma di Trento – Servizio beni Culturali – Ufficio beni Archeologici: Settemila anni di storia della Piana Rotaliana, Rovereto (Tn) 2002